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Mer. Giu 4th, 2025
Il Software Invisibile della Transizione: Come "Cambiare la Mentalità" Abilita il Futuro Verde e Digitale dell'Europa
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La transizione ecologica e la rivoluzione digitale non sono più processi che si autoalimentano con la sola spinta normativa o gli investimenti in tecnologie d’avanguardia. Al centro di ogni progresso, dalla sostenibilità aziendale alla mobilità del futuro, si erge un fattore critico e spesso sottovalutato: la necessità di cambiare mentalità. È questa la vera tecnologia abilitante che può sbloccare il potenziale dell’Europa, permettendo al continente di affrontare le sfide globali e di competere su nuovi paradigmi. Se da un lato il Piano Horizon Europe 2025 stanzia miliardi per l’innovazione, dall’altro le dinamiche in corso nelle aziende italiane ed europee rivelano che senza una profonda evoluzione culturale, ogni sforzo rischia di rimanere un’intenzione, non un’azione concreta.


Cambiare Mentalità: Il Cuore Pulsante della Sostenibilità Aziendale Italiana

Una ricerca approfondita, condotta su oltre cento imprese italiane di ogni dimensione e settore dal manifatturiero alla finanza, svela un paradosso inquietante: l’85% delle aziende italiane riconosce che il cambiamento culturale è essenziale per integrare la sostenibilità nel proprio business, eppure l’azione concreta rimane debole. Questo scollamento tra consapevolezza teorica e capacità di attuazione è allarmante, soprattutto considerando che il 66% delle imprese teme di perdere competitività entro cinque anni senza una radicale trasformazione sostenibile.

Il problema non risiede primariamente nella disponibilità di strategie o tecnologie, ma nella mentalità delle persone che compongono le imprese. Solo il 15% delle aziende italiane ritiene di fare abbastanza, e un sorprendente 54% ammette di ignorare l’impatto ambientale delle proprie infrastrutture digitali. Questa lacuna culturale è un freno evidente alla capacità di cogliere la sostenibilità non come un costo o un mero adempimento normativo, ma come una leva strategica ineludibile.

La preoccupazione per la perdita di competitività è fondata: la sostenibilità non è più una questione reputazionale, ma un requisito di mercato. L’accesso ai capitali è sempre più condizionato da valutazioni ESG (Environmental, Social, and Governance) [(Per approfondire: Criteri ESG – UN Global Compact)], le grandi filiere prediligono fornitori con credenziali ambientali solide e i consumatori scelgono marchi coerenti con i propri valori. A ciò si aggiungono normative stringenti come il Regolamento CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) [(Leggi il Regolamento: CSRD – Commissione Europea)] e i criteri di tassonomia europea [(Scopri la Tassonomia: Tassonomia UE per le attività sostenibili)], che spingono verso una rendicontazione trasparente. Restare fermi significa rischiare l’irrilevanza per clienti, investitori e talenti.

In questo contesto, nasce iSustainability [(Sito web: iSustainability)], società di consulenza fondata a gennaio 2025 da Riccardo Giovannini (già leader in EY e autore del modello VSP per la misurazione del valore economico ambientale). Partner del gruppo Digital360, iSustainability supporta le imprese nell’integrazione della sostenibilità, con un focus sulla cultura organizzativa e la trasformazione digitale.

Le conclusioni della ricerca “La terza via della sostenibilità”, promossa da iSustainability, evidenziano che sebbene l’89% delle aziende italiane riconosca il legame tra sostenibilità e modello di business, solo un quarto la considera un reale vantaggio competitivo. La maggior parte (56%) si muove ancora in un limbo tra obbligo normativo e opportunità economica, trattando la sostenibilità come una “casella da spuntare” piuttosto che un motore di trasformazione. Questo si traduce in approcci frammentati, dove le iniziative ESG sono spesso isolate dal core business, percepite come un costo anziché un investimento in resilienza, efficienza e reputazione.

Il coinvolgimento della filiera è un altro nodo critico, con il 31% delle aziende che lo indica come priorità assoluta, specialmente nelle PMI dove mancano strutture dedicate. Solo il 13% delle imprese italiane ha una consapevolezza approfondita dell’impatto ambientale delle tecnologie digitali che utilizza quotidianamente.

Aziende leader come SAP e Microsoft stanno investendo in strumenti integrati per la rendicontazione ESG. Il Cloud for Sustainability aiuta nel monitoraggio dell’impronta digitale. Tuttavia, anche in questi casi, senza una forte guida strategica e una cultura interna coerente, le tecnologie restano sottoutilizzate. La tecnologia, da sola, non basta: è la mentalità a decidere se uno strumento diventa leva o peso morto. La sfida oggi non è se adottare la sostenibilità, ma come farlo in modo strutturale e permanente, riscrivendo le abitudini organizzative e misurando i risultati con trasparenza.

La Competitività Industriale Europea: L’Impatto della Mentalità e delle Strategie

La necessità di cambiare mentalità si estende ben oltre il perimetro della singola azienda, influenzando la competitività industriale dell’intera Europa. Le dichiarazioni di Luca de Meo, CEO di Renault, davanti alla X commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati, sono emblematiche di questa sfida.

De Meo ha chiaramente affermato: “Non possiamo voltare le spalle al progresso, ma nemmeno alla realtà.“. La sua “battaglia personale” per produrre piccole auto elettriche competitive in Europa evidenzia la difficoltà di conciliare le ambizioni della transizione verde con la realtà economica. Il costo dell’elettricità in Europa, doppio rispetto alla Cina e triplo rispetto agli Stati Uniti, rappresenta un “problema gigantesco” per la produzione. De Meo invoca una “strategia industriale vera”, non una semplice “pila di regolamenti”, suggerendo la creazione di “zone economiche green” con tariffe energetiche agevolate.

Il rallentamento delle vendite di auto elettriche in Europa (ferme al 13,6% nel 2024, contro un previsto 5% in Italia, e dimezzate in Germania dopo la fine degli incentivi) è un segnale che la mentalità dei consumatori e la struttura del mercato non sono ancora pienamente allineate con le direttive. Il prezzo elevato delle vetture elettriche (+50% rispetto ai modelli a combustione), i tassi d’interesse e una rete di ricarica insufficiente rendono la transizione inaccessibile per le classi medie.

La proposta di Luca de Meo di creare una “Airbus delle piccole auto elettriche” e l’insistenza sulla standardizzazione del software e delle regole della mobilità urbana richiamano direttamente il concetto di cambiamento culturale a livello sistemico. Se il 25% della ricerca e sviluppo di Renault è dedicato alla mera compliance normativa, anziché alla creazione di vantaggio competitivo, è evidente che la mentalità burocratica prevale ancora sull’innovazione pragmatica. Il sostegno di De Meo al rapporto Draghi per la semplificazione e la coerenza normativa sottolinea la necessità di un’Europa che riduca il “costo del fallimento”, dieci volte superiore rispetto agli Stati Uniti, per favorire l’innovazione.


Le Dinamiche del Mercato Globale e la Necessità di Adattamento Mentale

La logica del cambiamento di mentalità si riflette anche nelle dinamiche del mercato globale, dove attori come Vodafone, TotalEnergies, Pfizer e giganti tecnologici come Nvidia e ServiceNow stanno ricalibrando le loro strategie in risposta a un contesto in continua evoluzione.

  • Vodafone vara un buyback fino a 500 milioni di euro dopo l’aumento dei ricavi [(Fonte: Wall Street Journal – Vodafone)] , un segnale di fiducia che potrebbe essere legato a una ricalibrazione strategica interna in risposta alle nuove sfide del mercato delle telecomunicazioni e della digitalizzazione.
  • TotalEnergies riparte in Mozambico, un progetto che avrà un impatto positivo su Saipem [(Analisi: TotalEnergies riparte in Mozambico)], riflettendo una mentalità di adattamento alle opportunità geopolitiche e alle esigenze energetiche globali, anche se con un occhio alla sostenibilità.
  • Le tensioni USA-Cina influenzano le strategie di investimento, con Lemanik che suggerisce di uscire dalle azioni cinesi quotate a Wall Street per entrare nei titoli asiatici locali. Questo richiede un cambiamento di prospettiva negli investimenti globali, una maggiore consapevolezza dei rischi geopolitici e una mentalità più agile.
  • Pfizer che punta 6 miliardi sul biotech cinese con un accordo storico [(Dettagli: Pfizer e biotech cinese)], e Nvidia che chiede agli USA di abbattere le barriere con la Cina per un mercato da 50 miliardi, dimostrano che le grandi corporation adottano una mentalità pragmatica e globale, cercando opportunità anche in contesti complessi, spingendo per una riduzione delle frizioni commerciali che ostacolano l’innovazione.
  • Le Big Tech e la loro “fame” di elettricità, evidenziata dal New York Times a partire da un rapporto di Wood MacKenzie [(Inchiesta: New York Times – Fame di Elettricità AI)], pongono una questione cruciale: chi pagherà il conto per l’enorme fabbisogno energetico dei data center? Questo scenario impone un cambiamento di mentalità nella gestione delle risorse energetiche e nella ripartizione degli oneri, coinvolgendo non solo le aziende ma anche i consumatori e i decisori politici.
  • Parallelamente, l’accelerazione sull’Intelligenza Artificiale richiede un’evoluzione della mentalità aziendale per sfruttarne appieno il potenziale. ServiceNow, con la sua piattaforma IA, orchesta i modelli e gli agenti di AI, integrando tecnologie di partner come NVIDIA, Microsoft, Google e Oracle. L’introduzione di AI Control Tower, AI Agent Fabric, e Next-generation CRM. Inoltre, il modello Apriel Nemotron 15B mostra come l’AI stia rivoluzionando i flussi di lavoro. L’AI accelera l’automazione e migliora la produttività. Aziende come Adobe, NHL, Wells Fargo e Visa stanno già beneficiando di queste soluzioni, a riprova che una mentalità aperta all’innovazione e all’integrazione tecnologica è essenziale per rimanere competitivi.

La Mobilità del Futuro: Idrogeno, Elettrico e il Bisogno di Nuove Visioni

Il settore automobilistico è un altro campo dove la mentalità sta subendo una profonda evoluzione. Mentre l’elettrico fatica a decollare in alcuni Paesi come l’Italia (meno del 4,5% del totale), l’industria cerca vie alternative.

BMW ha preso una decisione storica, puntando tutto sull’idrogeno per la transizione ecologica. Il direttore delle vendite, Gianluca Durante, ha svelato la strategia del marchio tedesco all’Automotive Dealer Day: dal 2028 BMW presenterà una vettura alimentata completamente a idrogeno [(Notizia: BMW e Idrogeno – Mobilità Sostenibile)]. Questa mossa evidenzia un cambiamento di prospettiva sulla decarbonizzazione del trasporto, riconoscendo che l’elettromobilità non è l’unica via.

Nel frattempo, Enel offre sconti sulla ricarica per le auto elettriche, cercando di incentivare l’adozione [(Offerta Enel: Enel X ricarica auto elettriche). Le sfide permangono: l’alto prezzo delle vetture elettriche, la rete di ricarica ancora limitata e il potere d’acquisto dei consumatori. L’età media di chi acquista un’auto nuova in Europa è 56 anni, un dato che segnala una mentalità meno propensa all’adozione di nuove tecnologie rispetto, ad esempio, ai trentenni cinesi.


La Longevità e l’Agricoltura: Nuove Frontiere per un Cambiamento di Mentalità

La necessità di cambiare mentalità si manifesta anche in settori apparentemente lontani come la longevità e l’agrifood.

UniCredit lancia il suo primo Longevity Economic Forum a Palazzo Mezzanotte, riunendo esperti internazionali per affrontare le implicazioni economiche, sociali e finanziarie di un mondo in cui le persone vivono più a lungo. L’obiettivo è sviluppare soluzioni finanziarie e assicurative che supportino “vite non solo più lunghe, ma anche migliori”, trasformando il cambiamento demografico da sfida a opportunità. Questo richiede una mentalità proattiva nella progettazione di politiche di lungo termine e nell’innovazione in settori come il lavoro, l’abitare e la sanità.

Nel settore agrifood, la Fondazione CRC e LaGemma Venture hanno lanciato AGRIFOOD25, una Call4Future da 1 milione di euro per le startup che innovano l’agroalimentare. L’iniziativa mira a sostenere soluzioni capaci di generare impatto ambientale, sociale ed economico, focalizzandosi su Agritech, precision farming, superfood, biodiversità e soluzioni biodegradabili. In un settore che deve nutrire una popolazione globale crescente con risorse scarse, affrontare la perdita di biodiversità e ridurre l’inquinamento, è evidente che solo un cambiamento di mentalità può portare a pratiche agroecologiche e packaging sostenibili, in linea con la Strategia UE per la Biodiversità 2030.


L’Italia nell’Export e nell’Innovazione: Un Segno di Mentalità Adattiva

Nonostante le sfide interne, l’Italia mostra segnali di una mentalità adattiva e innovativa sul fronte internazionale:

  • L’export della TAV (Treno ad Alta Velocità) italiana in Turchia, con l’appalto da 2 miliardi di euro vinto da Tratos, Gcf e Safet per la linea ferroviaria Ankara-Izmir [(Notizia: L’Italia esporta la Tav in Turchia)], dimostra la capacità del Paese di esportare eccellenze tecnologiche e ingegneristiche. La riduzione del tempo di viaggio da 14 ore a sole 3 ore e 30 minuti è un esempio tangibile di come l’innovazione possa trasformare la vita delle persone.
  • Infine, l’annuncio di Leonardo di una maxi commessa da 3,5 miliardi di dollari per 28 elicotteri in Malesia [(Notizia: Leonardo e commessa Malesia)], rafforza il ruolo dell’Italia nel settore della difesa e aerospaziale, evidenziando una mentalità orientata all’espansione internazionale e alla diversificazione dei mercati.

In conclusione, il futuro dell’Europa e dei suoi Stati membri dipenderà in larga misura dalla capacità di cambiare mentalità: non solo investire in tecnologie e normative, ma promuovere una cultura che abbracci la sostenibilità, l’innovazione e la resilienza come motori di crescita e benessere collettivo.

La chiave per il futuro dell’Europa è Cambiare Mentalità. Il Piano Horizon Europe 2025 investe miliardi nella transizione verde e digitale, ma in Italia la mentalità aziendale limita l’adozione della sostenibilità. La Spagna eccelle con riforme e rinnovabili, mentre l’Italia affronta costi energetici e congestione di rete. Le Big Tech aumentano la domanda di energia, e settori come mobilità (idrogeno e elettrico), longevità e agrifood richiedono nuove prospettive. L’Italia, con l’export della TAV e commesse come quella di Leonardo, mostra segni di mentalità adattiva.


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di kai_zen

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